Abbatiale Saints-Pierre-et-Paul d'Ottmarsheim: an 11th-century Romanesque jewel on the Alsace Romanesque Route, waiting to be discovered!
Standing proudly on Alsace's Romanesque Route, Ottmarsheim's Saints-Pierre-et-Paul abbey church has defied the test of time. Born at the instigation of Rodolphe d'Altenbourg, ancestor of the Habsburgs, it was consecrated in 1049 by an Alsatian pope, Leo IX. Its octagonal architecture, inspired by Aachen, blends early Christian, Byzantine and Ottonian influences. Devastated, pillaged, rebuilt, it is constantly being reborn. Today, its stones whisper a thousand years of history, and its theatrical tours plunge you into the heart of a fascinating past.
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Rodolfo morì senza figli, probabilmente ucciso con il suo esercito di 700 cavalieri provenienti dall'Alsazia e dalla vicina Svevia, dai Normanni nella battaglia di Civitate nel 1053 per difendere il Sacro Romano Impero contro le invasioni normanne e saracene del tempo. Riposa (presumibilmente) nella sua tomba al centro dell'ottagono, le cui lapidi sono state sollevate e fissate contro le pareti nel XIX secolo.
La chiesa è costruita in calcare grigio-giallo di Brunstatt e arenaria rosa dei Vosgi, su una pianta centrale ottagonale su due piani, con un campanile-portico d'ingresso e una cupola ottagonale. Si ispira molto alla Basilica di San Vitale di Ravenna e alla Cappella Palatina di Aquisgrana, anch'essa dedicata alla Beata Vergine, cappella privata e luogo di sepoltura di Carlo Magno, a sua volta ispirata alla Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme (la tomba di Cristo). L'incendio del 1445-46, appiccato dalle truppe del vescovo di Basilea in conflitto con gli Asburgo, fece scomparire gli affreschi originari.
Dal 1460, l'Abatessa Elisabetta di Blumeneck si impegnò ad ornare la chiesa con nuovi affreschi, ma senza completare l'opera. Successivamente, gli affreschi vengono ricoperti da intonaco durante le riparazioni dei danni causati all'abbazia dalla Guerra dei Trenta Anni. Nel 1875, durante nuovi restauri, gli affreschi, per caso, vengono riscoperti.
Nel deambulatorio inferiore si può ammirare una rappresentazione della messa di papa Gregorio alla presenza di una badessa. In direzione della porta della sagrestia, tre affreschi mettono in scena i membri della famiglia di Rodolfo: su uno si distingue Rodolfo e suo fratello Radebot davanti al loro padre Lanzelin, su un altro papa Leone IX che benedice Rodolfo e sua moglie.
Sulla volta del deambulatorio, di fronte alla Cappella della Santa Croce, una rappresentazione dei simboli dei quattro evangelisti (tetramorfo), l'angelo di San Matteo, il bue di San Luca, il leone di San Marco e l'aquila di San Giovanni. Questo affresco fu ridipinto nel 1903 da un artista di Monaco.
È nel coro superiore e nella volta a culla, che si possono contemplare gli affreschi più ricchi, purtroppo non accessibili. La volta del coro è dedicata alla rappresentazione di San Pietro, seduto sul suo trono, circondato da angeli depositanti sulla sua testa la tiara pontificia, e i simboli dei quattro evangelisti completano il quadro; sulle pareti del coro, alcuni episodi della vita di San Pietro, come la consegna delle chiavi da parte di Gesù.
Uno degli affreschi più belli si trova sulla volta a culla di fronte al coro con una rappresentazione del giudizio finale. Cristo troneggia su un arc-en-ciel, collegando il cielo e la terra, chiama con la mano destra alzata i giusti alla risurrezione, quella mano rivolta verso est, verso il sole nascente, simbolo di vita e luce. Mentre la mano sinistra abbassata condanna i dannati ai fuochi dell'inferno, in fondo all'affresco a sinistra di Cristo. La mano sinistra rivolta verso ovest indica la direzione del sole al tramonto, simbolo dell'oscurità e della morte.
Di fronte a questo affresco, una rappresentazione dell'Arcangelo Michele mentre sconfigge un demone, il peccato, e procede alla pesatura delle anime (psicostasi).