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Ho assaporato, la cucina di tanti anni fa. Strepitosa, servizio ineccepibile, locale bellissimo, atmosfera di una tranquillità oramai che è difficile trovare.
ci ha stupiti già all’ingresso, un lungo corridoio con foto, utensili d’epoca e tanto altro, l’accoglienza è stata subito cortese e calorosa, una graziosa signora ci ha accompagnato al tavolo intrattenendo una piacevole conversazione.
Abbiamo ricevuto ottimi consigli su cosa mangiare e soprattutto in che quantità, e abbiamo conosciuto Marco che con la sua simpatica austerità ci ha servito in maniera impeccabile.
Abbiamo gustato prosciutti locali, primi caratteristici e la grigliata tipica, tutto ottimo, concludendo con il gelato fatto in casa buonissimo!
Lo consiglio vivamente, non c’è possibilità di rimanere delusi!
Tipica trattoria friulana ad Udine. Mangiato un fantastico Frico ed un galletto alla diavola che si scioglieva in bocca. Dessert con vari gusti di gelato alla frutta.
Orzotto spaziale!!! Ambiente molto caldo e accomodante. Purtroppo ho dovuto disdire una portata precedentemente ordinata e con grande piacere mi è stata tolta dal conto finale. Bravi e professionali.. tornerò sicuramente!!!
Posto storico, unica cosa decente, ma non si vive di storia.
Non ho idea di chi cucini ma una speedy pizza a casa e’ meglio di ciò che ho mangiato, 20€ per una coscia di pollo asciutta bruciata che sembra di un mese fa e’ un’ esagerazione.
Mi astengo dal commentare altro.
Di certo non metterò più piede nel locale
Sconsigliatissimo.
Mi sono presentato oggi che è domenica, a pranzo senza prenotazione.
La titolare con non comune gentilezza si è subito adoperata rimediandomi un posto.
Posso dire che ho trovato tutto ai massimi livelli.
Qualità eccellente delle pietanze.
Cucinate alla perfezione.
In tavola olio d'oliva di pregiata qualità di loro produzione.
Titolari e personale di sala tutti attivamente impiegati con la clientela nella ricezione dei clienti e nella gestione di ordini e servizio ai tavoli.
Un bellissimo esempio di ambiente che mette a proprio agio.
Un impeccabile galateo connotato da sana simpatia.
Era la prima volta che ci mettevo piede, ci tornerò sicuramente e condividerò le mie valutazioni ad ogni occasione utile quando vorrò indicare un locale di indiscussa eccellenza.
...per giusta eccezione, per questo locale si disponga pure la 'SESTA ⭐'.
L’overbooking in aeroporto è decisamente fastidioso e non sempre comprensibile.
L’overbooking in ristorante è altrettanto fastidioso e non è MAI comprensibile.
Dopo forse trent’anni ritorno “Alla Vedova”. Riconosco che, pur non essendo superstizioso, offrire un pranzo a mia moglie “Alla Vedova” non mi mette affatto a mio agio. Però con i suoi duecento anni di storia e una costante presenza sulla guida Michelin non posso certo farmi condizionare dal nome.
Prenoto, indicando con precisione l’orario di arrivo.
L’immobile è in ristrutturazione, ma l’accesso è comunque agevole e non richiede eccessivi slalom tra ponteggi e impalcature.
Qualche precauzione in più deve invece essere adottata all’interno per evitare collisioni con stoviglie, portate e camerieri decisamente troppo impegnati per accorgersi del cliente in attesa all’ingresso.
Finalmente qualcuno si accorge dei nuovi arrivati. Però … la prenotazione non c’è.
Quasi come novella archeologa alla ricerca dell’arca perduta, la titolare, con la massima cortesia, ma non senza un evidente imbarazzo, analizza l’agenda, ne interpreta le scritturazioni non sempre di facile decifrazione, indaga su chi abbia ricevuto la telefonata … e la prenotazione finalmente appare. Su un foglietto colorato che non è stato trascritto in agenda!
Peccato però che, trovata la prenotazione, il ristorante sia al completo e il posto non ci sia.
Ma qualcuno è già arrivato al secondo: pochi minuti e il posto sarà senz’altro disponibile.
Vengo fatto sedere nella zona bar, separata dalla zona pranzo e priva di riscaldamento, e mi viene offerto l’aperitivo con il classico grissino con prosciutto. Oggettivamente la situazione non è piacevolissima.
Sulla parete di fronte c’è il trofeo di un cervo, o forse di un daino, con addobbi natalizi e lanterne appese al palco, che con il suo sguardo triste sembra dirmi “A me è andata male, ma neanche a te sta andando troppo bene …”.
Passa circa mezz’ora. L’imbarazzo delle titolari è palpabile. Sinceramente mi dispiace. Me ne andrei, ma lo trovo irrispettoso per il lavoro altrui, che ritengo debba comunque sempre essere rispettato.
Chiedo se c’è la possibilità di avere una stufetta, che mi viene cortesemente fornita, ottenendo il risultato che il grissino con il prosciutto, tutt’altro che disprezzabile ad onor del vero, viene aromatizzato dal bouquet del combustibile della stufa catalitica.
Dopo cinquanta minuti dall’arrivo, e non senza ulteriori aggiustamenti all’assetto della sala, il posto viene trovato.
Cucina. Che dire. Né il mio umore, né lo spirito sono certamente dei migliori. Indubbiamente da un ristorante/trattoria da sempre presente sulla guida Michelin mi sarei aspettato di più.
La polenta morbida con funghi e scaglie di grana è depennata dal menù e sostituita con un piatto assolutamente accettabile, ma che non è quello indicato sul menù.
La Rosa di Gorizia con pere, montasio e balsamico è buona. Però non è Rosa di Gorizia, ma è Rosa dell’Isonzo, che probabilmente non può essere presentata come tale perché finché il Consorzio non la valorizzerà adeguatamente nessuno la conosce.
Il cabernet sauvignon al calice (il codice della strada lo impone!) ha la sua validità, ma non si può dichiarare “Le apro una bottiglia”, apertura per altro gradita, ma non richiesta, e poi mandare un cameriere che, se non proprio con un fondo di bottiglia, serve il calice quanto meno con l’ultimo quarto della bottiglia.
Buoni, ma non certamente da guida Michelin, i tortelloni ripieni di ricotta e carciofi. Sicuramente da rivedere l’interazione tra i sapori negli gnocchi di zucca con ricotta affumicata.
Gustosa e ben preparata la tartare di manzo e indubbiamente interessante la salsa all’erbetta rossa e kren. Anche se servita in una ciotolina talmente piccola da dare veramente l’impressione che si trattasse ...
*** per superato limite caratteri rimando al testo completo in
https://restaurantguru.it/Alla-Vedova-Udine ***
Marco Marmiere - San Daniele del Friuli
cena con amici in occasione dell'ultimo dell'anno. Personale gentile e non invadente. Piatti deliziosi e ben presentati. il camoscio in salì ottimo!!! Consigliatissimo per chi ama il buon cibo e il buon vino.
Abbiamo ricevuto ottimi consigli su cosa mangiare e soprattutto in che quantità, e abbiamo conosciuto Marco che con la sua simpatica austerità ci ha servito in maniera impeccabile.
Abbiamo gustato prosciutti locali, primi caratteristici e la grigliata tipica, tutto ottimo, concludendo con il gelato fatto in casa buonissimo!
Lo consiglio vivamente, non c’è possibilità di rimanere delusi!
Non ho idea di chi cucini ma una speedy pizza a casa e’ meglio di ciò che ho mangiato, 20€ per una coscia di pollo asciutta bruciata che sembra di un mese fa e’ un’ esagerazione.
Mi astengo dal commentare altro.
Di certo non metterò più piede nel locale
Sconsigliatissimo.
La titolare con non comune gentilezza si è subito adoperata rimediandomi un posto.
Posso dire che ho trovato tutto ai massimi livelli.
Qualità eccellente delle pietanze.
Cucinate alla perfezione.
In tavola olio d'oliva di pregiata qualità di loro produzione.
Titolari e personale di sala tutti attivamente impiegati con la clientela nella ricezione dei clienti e nella gestione di ordini e servizio ai tavoli.
Un bellissimo esempio di ambiente che mette a proprio agio.
Un impeccabile galateo connotato da sana simpatia.
Era la prima volta che ci mettevo piede, ci tornerò sicuramente e condividerò le mie valutazioni ad ogni occasione utile quando vorrò indicare un locale di indiscussa eccellenza.
...per giusta eccezione, per questo locale si disponga pure la 'SESTA ⭐'.
L’overbooking in ristorante è altrettanto fastidioso e non è MAI comprensibile.
Dopo forse trent’anni ritorno “Alla Vedova”. Riconosco che, pur non essendo superstizioso, offrire un pranzo a mia moglie “Alla Vedova” non mi mette affatto a mio agio. Però con i suoi duecento anni di storia e una costante presenza sulla guida Michelin non posso certo farmi condizionare dal nome.
Prenoto, indicando con precisione l’orario di arrivo.
L’immobile è in ristrutturazione, ma l’accesso è comunque agevole e non richiede eccessivi slalom tra ponteggi e impalcature.
Qualche precauzione in più deve invece essere adottata all’interno per evitare collisioni con stoviglie, portate e camerieri decisamente troppo impegnati per accorgersi del cliente in attesa all’ingresso.
Finalmente qualcuno si accorge dei nuovi arrivati. Però … la prenotazione non c’è.
Quasi come novella archeologa alla ricerca dell’arca perduta, la titolare, con la massima cortesia, ma non senza un evidente imbarazzo, analizza l’agenda, ne interpreta le scritturazioni non sempre di facile decifrazione, indaga su chi abbia ricevuto la telefonata … e la prenotazione finalmente appare. Su un foglietto colorato che non è stato trascritto in agenda!
Peccato però che, trovata la prenotazione, il ristorante sia al completo e il posto non ci sia.
Ma qualcuno è già arrivato al secondo: pochi minuti e il posto sarà senz’altro disponibile.
Vengo fatto sedere nella zona bar, separata dalla zona pranzo e priva di riscaldamento, e mi viene offerto l’aperitivo con il classico grissino con prosciutto. Oggettivamente la situazione non è piacevolissima.
Sulla parete di fronte c’è il trofeo di un cervo, o forse di un daino, con addobbi natalizi e lanterne appese al palco, che con il suo sguardo triste sembra dirmi “A me è andata male, ma neanche a te sta andando troppo bene …”.
Passa circa mezz’ora. L’imbarazzo delle titolari è palpabile. Sinceramente mi dispiace. Me ne andrei, ma lo trovo irrispettoso per il lavoro altrui, che ritengo debba comunque sempre essere rispettato.
Chiedo se c’è la possibilità di avere una stufetta, che mi viene cortesemente fornita, ottenendo il risultato che il grissino con il prosciutto, tutt’altro che disprezzabile ad onor del vero, viene aromatizzato dal bouquet del combustibile della stufa catalitica.
Dopo cinquanta minuti dall’arrivo, e non senza ulteriori aggiustamenti all’assetto della sala, il posto viene trovato.
Cucina. Che dire. Né il mio umore, né lo spirito sono certamente dei migliori. Indubbiamente da un ristorante/trattoria da sempre presente sulla guida Michelin mi sarei aspettato di più.
La polenta morbida con funghi e scaglie di grana è depennata dal menù e sostituita con un piatto assolutamente accettabile, ma che non è quello indicato sul menù.
La Rosa di Gorizia con pere, montasio e balsamico è buona. Però non è Rosa di Gorizia, ma è Rosa dell’Isonzo, che probabilmente non può essere presentata come tale perché finché il Consorzio non la valorizzerà adeguatamente nessuno la conosce.
Il cabernet sauvignon al calice (il codice della strada lo impone!) ha la sua validità, ma non si può dichiarare “Le apro una bottiglia”, apertura per altro gradita, ma non richiesta, e poi mandare un cameriere che, se non proprio con un fondo di bottiglia, serve il calice quanto meno con l’ultimo quarto della bottiglia.
Buoni, ma non certamente da guida Michelin, i tortelloni ripieni di ricotta e carciofi. Sicuramente da rivedere l’interazione tra i sapori negli gnocchi di zucca con ricotta affumicata.
Gustosa e ben preparata la tartare di manzo e indubbiamente interessante la salsa all’erbetta rossa e kren. Anche se servita in una ciotolina talmente piccola da dare veramente l’impressione che si trattasse ...
*** per superato limite caratteri rimando al testo completo in
https://restaurantguru.it/Alla-Vedova-Udine ***
Marco Marmiere - San Daniele del Friuli
The food is excellent and their recommendation for wine also ????????????